La verità sulla spesa pubblica italiana e come si può tagliare – June 9, 2015
The National Italian American Foundation (NIAF), Washington DC
Speaker
Carlo Cottarelli, Executive Director, International Monetary Fund (IMF)
Moderator
Daniele Moro, Executive Director, US-Italy Global Affairs Forum
Panelists Sara Forden, Bloomberg News; Antonella Ciancio – Freelance Journalist; Renzo Cianfanelli – Foreign Correspondent and Journalist

Read a Summary of the Event in English
On June 9, 2015 US-Italy Global Affairs Forum presented Carlo Cottarelli’s new book: ‘La lista della spesa: La verità sulla spesa pubblica italiana e come si può tagliare.’ Cottarelli – the former head of Italy’s public spending review, currently executive director at the International Monetary Fund – presented five big themes that are crucial in his analysis of Italy’s public spending.
Italy’s political debate on public spending is often based on myths and urban legends, rather than on real data. Cutting public expenditures is both possible and necessary, if Italy is to secure the resources it needs to give impulse to economic recovery. Indeed, expenditures have already been cut by roughly 10 per cent in real terms (i.e. in terms of purchasing power) between 2009 and 2013. More remains to be done.
Italy’s public sector is complex and hard to control. A system encompassing more than 10.000 publicly held companies, more than 8.000 municipalities, thousands of centralized and decentralized agencies is by nature opaque, expensive and easily permeable to corruption. The new law reforming the public sector needs to be passed and implemented as soon as possible.
The efficiency of public spending varies considerably across different Italian regions. Differences are particularly meaningful between North and South, and between ordinary and autonomous regions. Territorial differences need to be taken into account when cutting public expenditures.
Efficiency measures – necessary as they are – imply tough decisions. The problem of surplus staff in the public sector as a consequence of efficiency measures cannot be underestimated.
The fight against petty privileges has a crucial symbolic value, even though its economic significance might be marginal. Cutting the expenditures of Italy’s political machinery, it might be possible to generate a larger consensus on more meaningful cuts in different areas.
More cuts to public expenditures are needed – Cottarelli concluded – in order to cut taxes and provide momentum for Italy’s still feeble economic recovery. There is no immediate emergency in 2015, as it was the case in 2011. Italy, nonetheless, needs to seize the opportunity presented by this phase of relative calm, pushing ahead with structural reform.
Read a Summary of the Event in Italian:
Il 9 giugno US-Italy Global Affairs Forum ha presentato il nuovo volume di Carlo Cottarelli, ‘La lista della spesa: La verità sulla spesa pubblica italiana e come si può tagliare’. L’ex commissario straordinario per la revisione della spesa in Italia – ora executive director al Fondo Monetario Internazionale – ha evidenziato cinque temi centrali della sua analisi della spesa pubblica in Italia.
C’è scarsa conoscenza della spesa pubblica italiana. Il dibattito sul tema è spesso basato su leggende metropolitane, piuttosto che su dati reali. Tagliare la spesa è possibile e necessario, se ci si vogliono garantire le risorse per poi puntare decisamente alla crescita. Tra il 2009 ed il 2013 la spesa al netto degli interessi si è ridotta di circa il 10 per cento in termini reali (cioè in termini di potere d’acquisto). Bisogna continuare su questa strada.
L’amministrazione pubblica italiana è complessa e difficile da monitorare. Più di 10.000 società partecipate, più di 8000 comuni, migliaia di amministrazioni centrali e periferiche creano un sistema opaco, costoso e facilmente permeabile alla corruzione. La nuova legge sulla pubblica amministrazione va approvata e implementata al più presto.
L’efficienza della
spesa pubblica cambia sensibilmente da una regione all’altra d’Italia. Le
differenze sono particolarmente sensibili tra nord e sud, tra regioni ordinarie
e a statuto speciale. I tagli devono necessariamente tenere conto di
queste differenze territoriali.
Il cosiddetto rendimento della pubblica amministrazione – per quanto necessario
– comporta scelte difficili. Il tema degli esuberi che le riforme di
rendimento creano non può essere ignorato.
La lotta ai piccoli privilegi è fondamentale dal punto di vista simbolico, sebbene il suo impatto economico possa essere marginale. I tagli ai costi della politica, ad esempio, possono generare nell’opinione pubblica il consenso necessario a tagli ben più incisivi in altri capitoli di spesa.
Ulteriori tagli alla spesa pubblica sono necessari – ha concluso Cottarelli – per poter ridurre le tasse e dare nuovo slancio ad un’anemica ripresa congiunturale. L’Italia del 2015 non è in uno stato di emergenza paragonabile a quello del 2011. Proprio per questo, però, deve cogliere l’opportunità concessale da questa relativa calma e andare avanti con le riforme strutturali.
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